Concorso museo San Galgano

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Concorso museo San Galgano

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Tipologiaservizi pubblici - Museo

SitoSan Galgano (SI)

Anno2020

Dimensione600 mq

TeamDavide Parpagiola, Angela Martini, Dario Friso, Sara Giovatti

 2° classificato

Il progetto propone l’inserimento del Museo per l’Abbazia di San Galgano nell’area del chiostro, attorno al quale – secoli prima – ruotava la vita della comunità di monaci che vi abitava. In tal modo si vuole dare nuova centralità a questo spazio di relazione, scambio e incontro, oggi come allora.
La scelta della posizione si è sviluppata a partire da un un’attenta osservazione degli elementi e dei percorsi esistenti inseriti nel paesaggio, cercando una naturale risposta dal genius loci che ha via via sostenuto tale valutazione. Il muro di cinta in mattoni, infatti, è risultato un attacco perfetto per la generazione del nuovo volume, andando a chiudere l’angolo opposto alla piccola parte di portico ricostruito a nord-est, come a voler proteggere, ridisegnare e definire l’antico chiostro.
Il Museo risulta così appoggiato ai resti dell’Abbazia generando un contatto “sospeso”, una tensione continua tra la storia millenaria e l’innovazione. Un giunto di rispetto necessario nell’accostare anime diverse in uno stesso spazio di vita.

La forma riprende quella tipica del chiostro con rettangoli inscrivibili, a disegnare un nuovo portico tutto attorno, “sospeso” e aperto per favorire una migliore interazione in-out. In questo senso le pareti al piano terra dell’edificio, che diventano un lato del portico, sono costituite da una vetrata continua, per una totale permeabilità visiva e luminosa, sia per l’interno che per l’esterno.
La struttura portante è concepita per avere la pianta libera, retta dai blocchi-servizi, monolitici e in calcestruzzo armato, coadiuvati dai pilastri della parete vetrata, a sostegno del primo solaio. Entrambi i solai sono costituiti da un intreccio di travi in ferro, che si uniscono verticalmente all’esterno, assolvendo in questo modo tanto alla funzione strutturale quanto a quella formale. Le lame verticali, che avvolgono l’intero secondo piano e si allungano alle estremità, richiamano la verticalità tipica dell’architettura gotica, permettono una costante penetrabilità della luce – come al piano terra – e al contempo fungono da frangisole.
Nell’insieme si è cercato di realizzare un volume regolare, leggero ed incorporeo, con strutture in parte riflettenti (il vetro) e in parte di color piombo (travi ferree esterne) con l’intento di richiamare proprio il colore dell’originaria copertura della chiesa.

L’accesso al nuovo Museo permette fin da subito di rivedere i flussi dei visitatori al complesso storico, proponendo dei percorsi che trovano quale unico ingresso al sito l’attuale varco del muro di cinta posto sud, in un passaggio obbligato degli ospiti per il foyer. Da qui si sale alle sale espositive e, seguendo un percorso, si scende dal secondo blocco-servizi, per ritrovarsi nel bookshop e nell’area ristoro, quale naturale conclusione del giro. Questi ultimi due spazi, sono volutamente in diretto affaccio sui resti dell’Abbazia e sul verde del chiostro per dare così al fruitore la possibilità di una diversa relazione con le pietre storiche.

Gli ambienti dei due piani dell’edificio si susseguono senza soluzione di continuità grazie al posizionamento di pareti non strutturali che permettono la vista costante del’intero soffitto. I blocchi-servizi (la scala, l’ascensore, i servizi igienici e i locali tecnici), oltre a fungere da importante sostegno strutturale svolgono il compito di separazione funzionale e collegamento verticale dello spazio.
Il piano primo ospita anche la sala proiezioni che, in questa posizione, assume un carattere polifunzionale, mentre sul lato opposto vi è lo spazio per il deposito merci, comodo alle sale espositive.
Le vetrate, in particolare quelle del piano superiore, potranno avere diversi gradi di oscuramento a seconda delle esigenze, permettendo anche una completa trasparenza per la visuale sulle pareti della chiesa.

I materiali scelti per il progetto sono l’acciaio, il vetro e il calcestruzzo a vista sia per gli elementi verticali che orizzontali (pavimento). Cosicché, come il tempo ha fatto con l’Abbazia di San Galgano, la struttura diventa finitura.